Industria 4.0 e Re-industrializzazione: madre natura ringrazia la manifattura smart

INDUSTRIA 4.0 e RE-INDUSTRIALIZZAZIONE

Madre natura ringrazia la manifattura smart

 

Dotandosi della capacità di intendere i suoi rapporti con la natura e, quindi, con le risorse che madre natura offre, la manifattura acquista intelligenza. Gli esseri umani e le loro attività produttive stanno consumando risorse a un ritmo allarmante che non è certamente sostenibile. La natura non pare capace di rigenerare i materiali di base per assecondare una crescita economica continua ed accelerata. Si stima che tra il 1950 e il 2005 la produzione mondiale di metalli è cresciuta di sei volte, il consumo di petrolio di otto volte e il consumo di gas naturale di 14 volte. La propensione al consumo di energia elettrica da parte delle industrie manifatturiere è tra le più alte. A loro è attribuito oltre il 30% del consumo globale di energia nel mondo.

Con “Industria 4.0” in Italia e Germania, la “Re-industrializzazione” statunitense e le strategie cinesi “Made in China 2025, si fa strada la manifattura intelligente e il suo aggiornamento in direzione dello sviluppo sostenibile delle imprese manifatturiere. Dal cambiamento climatico e dal collasso ecologico ci salverà la “crescita verde” spalleggiata da un rilevante contributo offerto dall’intelligenza della manifattura? È in discussione se gli sviluppi della tecnologia potranno disaccoppiare la crescita dell’economia dall’impiego delle risorse e dalle emissioni di carbonio. C’è, dunque, da monitorare sistematicamente l’intelligenza manifatturiera al fine di un suo sviluppo verde. L’aggiornamento intelligente delle imprese manifatturiere molto influenzerà la qualità del dinamismo ambientale. Un effetto positivo sull’aggiornamento è attribuito ai regolamenti ambientali e all’innovazione verde. Tuttavia, tra gli studiosi si hanno opinioni incoerenti. Alcuni sostengono che i regolamenti ambientali possano promuovere l’aggiornamento intelligente delle imprese. Altri sottolineano che quei regolamenti costringeranno le imprese a spendere di più per la loro sopravvivenza. Di conseguenza, esse non disporrebbero di capitale sufficiente da investire in aggiornamenti intelligenti.

L’intelligenza manifatturiera si esprime attraverso la produzione sostenibile o produzione verde, quella che adotta pratiche conformi alla sostenibilità che influenzano il design del prodotto, del processo e i principi operativi. Entra in azione un sistema che integra la progettazione del prodotto e del processo con la produzione, la pianificazione e il controllo, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e mantenere alta l’efficienza delle risorse. Poiché i prodotti interagiscono con l’ambiente, spetta ai produttori amministrarli rispettando la sostenibilità ambientale. Per misurare l’intensità dell’interazione si valutano le quantità risorse utilizzate per fabbricare il prodotto, di energia consumata e di rifiuti creati da smaltire; il volume di trasporto richiesto e la diffusione geografica della distribuzione.

In India che secondo una ricerca di Greenpeace è dal 2015 il primo Paese per inquinamento atmosferico al mondo, un’indagine su 198 PMI indiane ha dimostrato quanto siano benefici i risultati della produzione verde: in ordine di classifica decrescente, il miglioramento del morale, un più alto valore del marchio, la diminuzione delle preoccupazioni normative, l’aumento delle opportunità di mercato, il potenziamento delle prestazioni del prodotto e la diminuzione delle passività. In Italia, una ricerca dell’Università di Trento sulla produzione verde come fattore di sopravvivenza per le start-up innovative nel periodo 2009-2018, ha messo in luce che “le startup caratterizzate da un processo produttivo verde tendono a sopravvivere più a lungo delle loro controparti. Una start-up innovativa verde ha più del doppio delle probabilità di sopravvivenza rispetto a una non verde. Questa evidenza può supportare l’idea che la sostenibilità ambientale possa aiutare lo sviluppo economico.

La missione del Pnrr mira a rendere, entro il 2026, il sistema infrastrutturale più moderno, digitale e sostenibile, in grado di rispondere alla sfida della decarbonizzazione indicata dall’Unione Europea con le strategie connesse allo European Green Deal (in particolare la “strategia per la mobilità intelligente e sostenibile”, pubblicata il 9 Dicembre 2020) e di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite.

La manifattura intelligente ha una visione a lungo termine per investire in macchinari ad alta efficienza energetica. Sei il passaggio a tali macchinari può rivelarsi un investimento costoso all’inizio, i benefici a lungo termine superano i costi immediati sia per le aziende che cercano di aggiornare i vecchi sistemi che per quelle che cercano di ridurre la loro impronta di carbonio. Entra in scena anche l’illuminazione naturale che, sempre più popolare negli uffici, nelle scuole e in altri ambienti, rimane sottoutilizzata negli impianti di produzione. Nelle imprese che l’hanno adottata, l’illuminazione naturale ha permesso di disegnare ambienti di lavoro più piacevoli che hanno aumentano la produttività dei dipendenti e diminuito l’assenteismo dei dipendenti e delle spese operative, con un maggiore rendimento complessivo degli investimenti.

Con il piano Transizione 4.0, per cui sono stati stanziati 18,45 miliardi di euro, prosegue la politica di supporto alle imprese italiane avviata con Industria 4.0. Le novità introdotte riguardano principalmente gli incentivi per innovazione tecnologica, Ricerca e Sviluppo, formazione del personale in tecnologie 4.0. I contributi per investimenti ad alto contenuto tecnologico vanno nella direzione di maggiore efficienza e competitività delle imprese, ma anche verso una sostenibilità che abbraccia tematiche ambientali e sociali.

Diversi e contrastanti gli effetti sull’occupazione provocati dal passaggio dalla produzione semplice alla produzione intelligente e digitale. Gli economisti AcemogluRestrepo e Derek ritengono che il lavoro umano subisca in una certa misura una flessione, mentre crescerà la produttività. Aggiungendo un robot ogni mille persone, si ridurrebbe il numero di popolazione occupata dallo 0,18% allo 0,34%, e i salari pro capite dallo 0,25% allo 0,5%. Al contrario, gli studi di Borland e Coell hanno messo in dubbio la tesi delleffetto di distruzione dell’occupazione causati dal progresso tecnologicoDa un sondaggio di più di 3.000 aziende giapponesi risulta che i dipendenti con un’istruzione superiore tendono ad aspettarsi dall’intelligenza artificiale e da altre tecnologie correlate un impatto positivo sulla loro occupazione. Con l’aumento della consapevolezza ambientale nella società, ai produttori manifatturieri spetta educare i loro ingegneri e tecnici negli aspetti ambientali della produzione che, inoltre, dovrebbero essere incorporati nei corsi universitari di ingegneria.

Le nuove tecnologie stanno già offrendo soluzioni per aiutare le imprese a raggiungere i rispettivi obiettivi di sostenibilità: intelligenza artificiale, cloud, IoT e digital twin, per citarne solo alcune, hanno il potenziale di creare maggiore efficienza, di ridurre gli sprechi e il carbon footprint e, soprattutto, di riprogettare non solo i processi ma anche i prodotti, garantendo sostenibilità e innovazione per il futuro. Fonte Accenture.

La rivoluzione industriale ha creato posti di lavoro. Con la rivoluzione della conoscenza, ai lavoratori subentrano gli ideatori che si allenano nella palestra del pensiero creativo. Essi trasportano i pensieri da una mente all’altra. Grandi viaggiatori al pari del filosofo e scienziato Cartesio, gli ideatori aprono il grande libro del mondo conversando con persone di diverso temperamento e con tutti i ceti sociali. Lo scambio reciproco fa acquisire loro nuove conoscenze. Più si acquisiscono conoscenze, più si è consapevoli che molto resta da scoprire. Il progresso si manifesta nelle occupazioni degli ideatori che non sono più la fatica disumana di cui ha poetizzato Cesare Pavese. Le loro professioni sono attività di pensiero svolte in forma digitale e ibrida, fondendo il mondo dei byte e quello degli atomi. La manifattura intelligente è visibile nelle imprese che puntano su offerte personalizzate. Il fare in tempo cede il passo al “fare proprio al caso di quella data persona. Non ci si chiude a riccio per affrontare la tempesta del cambiamento ma ci si affida alla capacità di superare a un evento traumatico sfruttandone le opportunità che offre. Si produce in piccoli lotti e vicino ai clienti. Mediante la diffusione capillare di macchine 3D, la fabbrica è decentrata in molti luoghi presidiati da persone che sono co-creatori e imprenditori.

Pnrr, il Recovery Plan è molto orientato verso i temi della sostenibilità. Si va dai 18 miliardi di euro stanziati per l’Ecobonus al 110%, al miliardo per la mobilità elettrica per installare oltre 21mila punti di ricarica, dai 18 miliardi di Transizione 4.0 al miliardo stanziato per migrare in cloud 11mila data center della pubblica amministrazione. E poi ci sono gli 8 miliardi stanziati per arrivare al 70% di produzione elettrica da fonti rinnovabili, con 70 GW di potenza al 2030, e i 5 miliardi di euro stanziati per le Smart Grid. Fonte Abb.

È, per caso, già in azione la macchina del tempo per riportare in vita le botteghe rinascimentali e, con esse, l’ideale della consumatrice culturale” nella figura di Isabella d’Este, Marchesa di Mantova, la quale scende personalmente nelle piazze di mercato, in prossimità delle botteghe le cui offerte sono creazioni ritagliate su misuraNel disegno di interazioni tra l’economia che produce e la natura che dà le risorse, s’intravede un nuovo cielo stellato che illumina la manifattura intelligente. Ciascuna stella è una bottega 3D”, un laboratorio di fioritura intellettuale. Ogni persona può diventare un ideatore impegnato nella creazione e sperimentazione di idee da condividere e sviluppare con gli altri, per poi innescare originali processi di innovazione seguiti da costi di sviluppo dei prodotti innovativi, diminuiti di un fattore 10 nell’ultimo decennio. C’è in nuce un’alta natalità di realtà imprenditoriali nelle scienze della vita, nell’energia e nel cleantech capaci di recare effetti benefici all’intero mondo vivente. Dunque, tanti fabbricanti indipendenti ma anche propensi a condividere idee e a finanziare e co-gestire le nuove botteghe. Come per la manifattura del tempo passato, costoro possono disporre di un mercato fuori della loro porta: è sufficiente fare brevi passeggiate online in giro per il mondo, navigare lungo le rotte tracciate da Internet comportandosi come tartarughe marine che esplorano posti lontani per poi deporre le uova (idee e progetti) in casa propria. È così che avremo davanti a noi shakesperiani “salad days”, una stagione giovanile con l’inesperienza, l’entusiasmo, l’idealismo, l’innocenza che si associa a una persona giovane. Un periodo di massimo splendore in cui potremo essere all’apice delle nostre capacità, ma non necessariamente in età giovanile.